I CUCCIOLI ALLA CORTE DI CAMELOT

Caro diario,

finalmente è arrivato il grande giorno assieme alla classe dei Cuccioli andremo in Inghilterra e precisamente in Gran Bretagna alla corte di Re Artù.  Il ritrovo era davanti alla scuola alle ore 8.00 e tutti ci chiedevamo come saremmo andati così lontano.

Ci siamo disposti in cerchio, il Prof. ci ha detto di prenderci per mano, in centro c’era un signore anziano con la barba molto lunga e vestito con abiti dismessi, subito dalla tasca tirò fuori un sacchetto pieno di sabbia (sembrava), la disperse lanciandola in aria, subito si alzò un fumo verde, quando questo se ne andò ci ritrovammo a Camelot. 

Ci dirigemmo verso il castello, che emozione vedere questa città, al posto delle auto c’erano i carri, Visto che avevamo appena studiato i Celti in arte, autori dei poemi della tavola rotonda mi immaginavo proprio cosi questo villaggio.   Come il fabbro che faceva i ferri x i cavalli e forgiava spade per i Cavalieri   un mercato di contadini che vendevano i loro prodotti ed altro.

Una volta arrivati davanti al castello fecero scendere il ponte levatoio e così entrammo, dentro ci hanno portato in una grandissima sala con al centro un tavolo rotondo, lì c’erano tutti i Cavalieri intenti a discutere di qualche problema: Perceval,  Lancillotto,  

Re Artù,  Galahad  e Ginevra.  

Successivamente ci hanno portato in un’altra stanza molto strana e piena di fumo, vapore acqueo, alambicchi, pozioni e bacchette magiche, lì c’era la persona anziana che ci era venuta a prendere ma, vestita diversamente. Aveva un lungo cappello a punta, un abito lunghissimo il tutto di colore blu, in mano aveva una bacchetta magica che muoveva a destra e a sinistra borbottando parole strane che non si capivano, era il Mago Merlino. 

Girando lo sguardo mi sono accorto che fuori dalla finestra c’era una ragazza molto bella che spiava   il mago, questa era Morgana  una strega cattiva che voleva rubare e copiare gli incantesimi di Merlino. Anche lui se ne accorse e la fece scappare.

Infine ci prepararono un abbondante banchetto pieno di tutte le cose che ci piacevano. Subito ci siamo fiondati ed abbiamo mangiato di tutto e di più. A qualcuno scappò una rumorosa digestione, e tutti ci ridemmo sopra.

Una volta usciti dal castello Merlino sventolò la bacchetta pronunciando: “CUCCIOLI A CASA”, subito si alzò il fumo verde, quando se ne andò ci ritrovammo davanti scuola, con i ns genitori che ci aspettavano.

E’ stata una gita bellissima che difficilmente dimenticherò.

Mcgyver