Caro diario, Prima di cominciare come al solito, vorrei ringraziare chi mi commenta cioè Charlie e Raggiodisole per ora ma soprattutto Furby,che ormai è una fonte inesauribile di consigli, quindi un grazie ENORME. Vedo comunque che in pochi avete commentato il mio ultimo articolo, quindi forza! Detto questo cominciamo dicendovi che… sono un panda, si, me l’ avete chiesto e io ve l’ ho detto. Appartengo all’ Ordine del Panda fondato dal maestro Pandozzo. Ora vi racconterò come fu fondato: Nel lontano anno che ora non ricordo, in una terra chiamata oggi Cina e che allora si chiamava sempre Cina vivevano i panda, che allora non si chiamavano esseriviventibianchieneripiupiccolidiungrizzlyanchesenonsappiamoconesattezzacosasiamanonimporta, così, per abbreviare, il maestro Pandozzo decise di cambiargli il nome e pensò:” potrei chiamarli come me”, e tanto disse e tanto fece, che gli esseriviventibianchieneripiùpiccolidiungrizzlyanchesenonsappiamoconesattezzacosasiamanonimporta, avevano un nuovo nome: panda. Anche Pandozzo era un nome d’ arte, il suo vero nome era Pasquale, tipico della Cina dei tempi, ma fu chiamato così perchè suo padre si chiamava Pandozzone ed era barista nel bar esseriviventibianchieneri… insomma, avete capito. Pandozzo si stanziò poi a Mola di Bari, dove morì nel 1953, il 30 di ottobre, di cui oggi ricorre il sessantesimo anniversario.Le sue imprese sono narrate nel libro di Tino Capuozzo (Posillipo 1921-Torre del Greco 1985) ” l’ uomo che sussurrava agli esseriviventibianchieneripiùpiccolidiungrizzlyanchesenonsappiamoconesattezzacosasiamanonimporta (Cialtrone Editore, 12 euro) e l’ omonimo film, diretto da Raffaele Sconcerti (Ronciglione 1958) e in “Pandaria” di Fritz Jung (Hannover 1964) entrambi del 1999. Credete a ciò? Se è si cercate un bravo analista.
Cordialmente, Gandalf (quello della foto)