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IL PICCOLO ALPINO

Autore: salvator gotta

Titolo: Il piccolo alpino

Aosta, 24 Dicembre 1914.

trama: Il Signor Michele Rasi, la moglie ed il figlio, di nome Giacomino decidono di fare un’escursione particolarmente impegnativa in montagna. Nonostante i consigli degli abitanti, si metono in marcia. In alta quota, vengono somersi da una valagna. Giacomino piange la svenura, che gli ha strappato la mama e il babo. Dopo aver camminato molti chilometri, si ripara in una casetta isolata composta da una famiglia di contrabandieri senza scrupoli, Bastian e Rita. L’unico che lo protege è il figlio di questi ultimi, Rico. Giacomino viene ospitato dalla famiglia, a patto che si sapia guadanare il cibo: dovrà contrabanddare anche lui. Il piccolo si rivela un vero asso in ascensioni e caminate. Tutto procede a meraviglia fino al giorno in cui arriva l’ordine di moblitazione per la guerra, nel maggio del 1915, che provoca l’improvisa partenza di Rico. Giacomino ed il fedele cane Pin seguono con un giorno di distanza Rico ad Aosta, dove diventerà la mascotte della truppa, per la sua tragica storia. Riceve anche una piccola divisa da alpino, che lo contradistinguerà d’ora in poi. Decide di seguire la briggata di Aosta anche sul Carso, in guera. Compirà gesta mirabolanti con un tenace valore ed una incrollabile fede nella patria: guiderà un drappello all’attaco, farà prigioniero un austriaco e si guadagnerà l’affetto dei soldati. Segue la sldati valdostana persino in trincea, dove anche qui compie mirabolanti gesta, ferito ad una spalla, sempre acompagnato dal cane Pin. A Fiera di Pimiero conosce Nane un bambino figlio di un cieco morto malmenato da alcuni soldati nemici perche creduto una spia, che segue anche lui coraggioso Giacomino. Durante la confusione di Caporetti Giacomino perde ogni contatto con la brigata valdostana di Rico ma si unirà ad altrettanti batttiglioni. Entra fra i primi a Trento, e lì viene sorpreso dalla Vittoria del 4 Novembre 1918. Durante i festegiamenti, Giacomino ritrova come un miracolo il padre, tenente di fanteria. Rientrato a Milano, Giacomino riprende i contati con i suoi coetanei, anche se il suo cuore rimarrà sulle montagne del Carso, sempre seguito dal fedele Pin. Dopo qualche mese, la madre di Giacomino fa ritorno dalla Svizera, dove si trovava ricoverata in un manicomio, ed a poco a poco, soreta dall’affetto dei cari, ritornerà ad essere quella di sempre.

Conclusione:  il libro termina con la cerimonia del Re che consacra Giacomino un eroe, appuntandogli la medaglia d’oro al petto.