AUTORE: Deborah Ellis
TITOLO: Sotto il burqa
CASA EDITRICE: Fabbri Editori
LUOGO: Kabul-Afghanistan
GENERE: Romanzo
TRAMA: La famiglia di Parvana, a causa dei bombardamenti, si ritrova costretta a lasciare la lussuosa villa per a vivere all’ultimo piano di un palazzo mal messo della città di Kabul. Parvana e il padre ogni giorno vanno al mercato cercando di vedendere qualcosa perchè la mamma e la sorella maggiore, non potendo né lavorare né studiare, sono costrette a stare a casa a causa delle leggi talebane.Una sera i talebani fanno irruzione a casa di Parvana e arrestano il padre. A causa dell’arresto del capo famiglia, tocca a Parvana portare a casa soldi e cibo. Al mercato, nella bancarella dove lavorava il padre e dove lavora anche lei, incontra la signora Weera, la quale poco dopo si trasferirà a casa di Parvana per dare una mano alla madre e che avrà l’idea di trasformare Parvana in un ragazzo per farla lavorare tranquillamente, e Shauzia, una sua ex compagna di classe con la quale inizierà a lavorare nel mercato. Verso la fine della primavera e l’inizio dell’estate, la famiglia di Parvana deve trasferirsi momentaneamente a Mazar perché Nooira, la sorella maggiore, deve sposarsi, ma Parvana rimane a Kabul con la signora Weera e sua nipote. Una sera, dopo alcune settimane dalla partenza della famiglia, mentre Parvana era al mercato che lavorava, si scatena una tempesta su Kabul. Trova rifugio dentro un vecchio edificio mal messo dove incontra una ragazza disserrata che, finita la tempesta, portò di nascosto a casa con lei. Quando la ragazza inizia a parlare, gli racconta che era scappata da Mazar perchè aveva perso tutto la sua famiglia a causa dei talebani. Parvana, udendo le parole della ragazza, scoppia a piangere pensando a sua madre e ai suoi fratelli. Alcune settimane più tardi degli uomini riportarono il padre di Parvana a casa. Parvana era felicissima di averlo ritrovato. Quando egli inizia a stare meglio, partono per Mazar per andare dalla loro famiglia.
INVITO ALLA LETTURA: per capire quanto siamo fortunati, anche se non ce ne rendiamo conto.