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E venne chiamata Due Cuori

Libro ... E venne chiamata Due Cuori - Morgan - RL Libri - Superpocket |  LaFeltrinelliTITOLO: E venne chiamata Due Cuori  

AUTORE: Marlo Morgan

CASA EDITRICE: Mandala

ANNO DI PUBBLICAZIONE: 1998

GENERE: Romanzo, avventura

                           

     TRAMA e RECENSIONE

Il romanzo racconta l’avventura di una donna americana, un medico, che intraprende un viaggio in una parte molto arida dell’Australia, al seguito di una tribù molto antica di aborigeni, la cosiddetta “Vera Gente”.

Tutto ha inizio quando la dottoressa viene invitata nel caldo deserto australiano nell’ambito di un progetto di assistenza sanitaria alle tribù aborigene, progetto che ha anche l’obiettivo di avviare una iniziativa di emancipazione e integrazione di un gruppo di indigeni. Giunta in Australia raggiunge la tribù a bordo di una Jeep, guidata da un nativo del luogo, Oota. La strada è lunghissima, piena di buche, e la dottoressa trascorre così tre interminabili ore attraversando bosco e deserto, e tanto disagio la fa quasi pentire di aver accettato la proposta.

Raggiunta la tribù, gli aborigeni la accolgono con una celebrazione in suo onore, ma completamente diversa da qualsiasi altra manifestazione vissuta in altre occasioni, perchè la fecero spogliare e buttarono tutti i suoi indumenti e le sue cose a bruciare su un rogo. Lei rimase senza parole e le venne spiegato che quel gesto rappresentava un segno per far capire a Dio l’intenzione di distaccarsi dalle cose materiali, mantenendo solo i sentimenti e le emozioni.

Dopo le venne chiesto di superare una prova per essere “ammessa”: scegliere attentamente un sasso tra centinaia perché in futuro le avrebbe potuto salvare la vita.

La nostra dottoressa prende una decisione e sceglie un sasso dopo averci pensato molto, e subito la tribù fece festa.

Inaspettatamente la dottoressa fu poi invitata a partire per un viaggio insieme a tutta la tribù, e lei accettò, convinta che l’esperienza sarebbe durata al massimo un paio di giorni. Le fu allora assegnato l’appellativo di “Mutante”, cioè ritenuta degna di partecipare al cammino verso un cambiamento interiore. 

Fin dal primo giorno di viaggio ebbe malissimo ai piedi per via delle piante spinose onnipresenti, il resto del corpo era martoriato dalle punture degli insetti, e si sentiva completamente disidratata. 

Si accamparono per la notte vicino ad una grotta e la dottoressa chiese un rimedio per i suoi piedi doloranti, ma quello che successe fu stupefacente: una donna, chiamata appunto “Guaritrice”, parlò coi suoi piedi e li tranquillizzò facendoli guarire del tutto in un istante.

La dottoressa rimase molto colpita e capì subito che quella a cui era appena stata sottoposta era una specie di magia.

Il giorno seguente, vista la mancanza di scorte di acqua, il capo della tribù, soltanto appoggiando il capo a terra, capì in maniera perfetta il punto in cui si trovava una riserva d’acqua, e riuscì a comunicare tale scoperta al resto della tribù esclusivamente tramite la mente. La dottoressa cominciò allora a capire che gli aborigeni sapevano vivere con ciò che trovavano nell’ambiente che li circondava, erano un tutt’uno con la natura, prendevano quello di cui avevano bisogno e contemporaneamente contribuivano a ridare alla terra ciò di cui avevano usufruito. 

Quel viaggio, che inizialmente la dottoressa aveva pensato potesse durare pochi giorni, sarebbe continuato per almeno un paio di mesi, e questo pensiero la faceva disperare, ma il capo tribù la tranquillizzò dicendo che al termine dell’esperienza si sarebbe sentita benissimo e avrebbe dovuto portare un messaggio agli umani: la tribù della “Vera Gente” si stava per estinguere e gli umani avrebbero dovuto prendere l’impegno di conservare la Terra come meglio potevano.

Dopo circa un mese di avventure la dottoressa fu ufficialmente dichiarata appartenente alla “Vera Gente”, e come tale fu autorizzata ad entrare nell’unico tempio non ancora inquinato dall’uomo moderno, in cui gli aborigeni conservavano   tutti gli effetti appartenenti alle tribù antenate. Per essere degno di entrarvi bisogna conoscere il significato del “sempre” e giurare in modo eterno di non rivelare mai, a nessuno, la località esatta di tale costruzione.

La dottoressa fu veramente stupefatta dalle meraviglie raccolte in quel piccolo posto, che comprendeva persino una piscina con un giardino simile a quello dell’antica Babilonia. 

Dopo essersi accampati lì per circa una settimana ripartirono, e alla dottoressa fu chiesto l’impegno di condurre personalmente la tribù fino alla costa. A questo punto il sasso che era stata invitata a scegliere all’inizio del viaggio le tornò davvero utile perchè, mettendolo in bocca, ebbe la sensazione di essere un tutt’uno con la natura, e ciò le premise di saper trovare acqua e cibo a sufficienza per tutti. 

Arrivarono alla costa abitata dopo molto tempo, a causa dell’arrivo della stagione delle piogge. In quel periodo la dottoressa imparò molte cose, come parlare con la mente, pregare per trovare cibo e acqua, curare le persone e soprattutto saper ascoltare la natura. E si guadagnò l’appellativo di “Due Cuori”, per la sua appartenenza a due mondi diversi: la società moderna, con il suo progresso e le sue comodità, e la tribù aborigena, che sa vivere in luoghi selvaggi, in armonia con la natura incontaminata.

Arrivati all’ultimo giorno del viaggio, Due Cuori saluta tutta la tribù e parte per la sua missione di divulgazione agli umani del messaggio di cui aveva avuto esperienza diretta. 

Dopo essere ritornata nel mondo civilizzato capì che vivere nel deserto senza le comodità moderne era molto più semplice e gratificante rispetto al monotono mondo che ora nuovamente la circondava.

Questo libro mi è piaciuto molto perché racconta i lati negativi del mondo moderno e ci sprona a farlo diventare più sostenibile. E’ quindi un testo che tratta un tema attualissimo se consideriamo la maggior attenzione che tutti dovremmo avere nei confronti dell’ambiente che ci circonda. Fa inoltre riflettere sul vero significato di “civiltà”: è più civile un popolo che rispetta la natura integrandosi con ogni forma di vita o chi sfrutta l’ambiente senza pensare al futuro della Terra e, di conseguenza, dell’umanità?