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Ricetta per un disastro

C’era alcune volte fa, un vecchietto di nome Asdrubale. Era sordo e svampito. Aveva gli occhi piccoli e neri nascosti da un paio di occhiali appoggiati su un grande nasone. Adesso, forse, vi starete chiedendo se avesse avuto anche un bastone e come prevedibilmente, la risposta è sì.  Aveva un figlio di nome Ermanno, ma non aveva più la moglie per chissà quale oscuro mistero . Comunque Ermanno era un bravo ragazzo di 26 anni definito da tutti “normale” (so che una persona normale in un racconto umoristico non fa ridere, ma non è colpa mia se Ermanno era così. Avviso: se si hanno lamentele a riguardo, rivolgersi ad Asdrubale. Grazie).

Un giorno, Ermanno voleva portare fuori a cena la sua fidanzata Rosabella. Naturalmente la cena a lume di candela sarebbe stata preceduta da una passeggiata al parco e la visione di un film romantico al cinema. Quel pomeriggio dopo pranzo, Asdrubale si era addormentato come di consuetudine sulla poltrona del salotto, peccato che avesse il vizio di russare come un vecchio trattore rotto che tentava di ripartire. A calma persa, Ermanno sbottò: Papà smattila di russare! Mi hai fracassato i timpani! Basta!”

Asdrubale: ” Eh? Chi ha bussato?

Ermanno: ” Basta russare! Hai capito? B- A-S-T-A !”

Asdrubale pensa: Pasta? E questo ha ancora fame? Abbiamo appena finito il pranzo.”

Asdrubale risponde: ” Va bene”

Un ora e mezza dopo…

Ermanno: “Ciao papà. Io esco.”

Asdrubale: “Dove vai?”

Ermanno: “Ma te l’avevo detto. Oggi ho un appuntamento con Rosabella.”

Asdrubale: “Con chi?”

Ermanno: “La mia fidanzata. Quella col naso a patata e i capelli color carota.”

Asdrubale: “Patate! Carote! E poi? Oh cielo, mio figlio siè innamorato di un ortaggio!”

Ermanno seccato: “Non è un ortaggio, papà. E’ la mia fidanzata!”
Asdrubale agitando il bastone: “Ahimè, avrò un cibo per nuora! E i nipotini? Cosa saranno? Uccelli? O forse salse e condimenti? Fra un cetriolo e un’insalata mista ci stanno a pennello sale, olio e aceto!”

Ermanno esasperato: “Ciao papà. Ci vediamo. Non aspettarmi per cena.”

La porta si chiuse ed Asdrubale: “Perchè? Dove devi andare?”

Alcuni minuti dopo, l’anziano signore riflette riuscendo miracolosamente a ricordare qualcosa: il figlio gli aveva detto “pasta”, ma gli aveva anche detto che non sarebbe tornato per cena. Che fare? Mezz’ora dopo (i tempi di reflessione di Asdrubale spesso erano infiniti anche per cose elementari) decide che avrebbe preparato comunque la pasta. enlightenedArrivato in cucina, davanti a lui si proiettò un altro ostacolo: come si prepara la pasta? Passano 15 minuti alla ricerca del libro delle ricette. Una volta trovato legge: Riempire una pentola di acqua e lasciarla sul fuoco finchè non bolle. Il vecchietto pensa: “Dove ho messo le bolle di sapone di mio figlio?” Cerca e ricerca anche il barattolino delle bolle di sapone nascoste in soffitta ormai da anni lo trova, torna in cucina e versa il contenuto della boccetta nella pentola e accende il fuoco. Appena “l’acqua” bolle, Asdrubale legge: Aggiungere un pizzico di sale. Altro problema: come si pizzica il sale? Io non ne ho idea, ma in qualche strano modo Asdrubale ci era riuscito. Fatto ciò, proseguì con la lettura: Buttare la pasta. Pensoso, il padre diversamente giovane si chiese :”Perchè devo buttare la pasta se è proprio quello che sto preparando? Ma che vado a pensare. Se hanno scritto così, così devo fare.” La pasta finì nel bidone nell’immondizia. La ricetta seguitava a dire: Scaduto il tempo di cottura, tirare fuori la pasta e impiattarla. E così fece Asdrubale: ficcò entrambe le mani nel cassonetto e ne estrasse la pasta ancora cruda con attaccate lische di pesce, bucce di mela, e scarti organici vari. Un altro occhio alla ricetta e Asdrubale lesse: Condite semplicemente con un filo d’olio e il vostro piatto avrà un sapore divino. Così il vecchietto immerse i piatti in una tinozza dove aveva versato il vino ed uscì diretto dalla sarta a farsi dare un filo d’olio. Appena arrivato disse togliendosi il cappello: “Buona sera signorina. Avrebbe un filo d’olio da vendermi?”

Sarta: “Buona sera a lei. Come? Un filo d’olio? Signore, forse intendeva dire un filo color olio?

Asdrubale fra sè e sè: “Forse la ricetta si è sbagliata.”

Asdrubale alla sarta: “Sì, ha ragione. Un filo color olio andrà benissimo.”

Dopo aver pagato e salutato, il vecchietto tornò a casa. Lì riprese i piatti marinati nel vino e li appoggiò sul tavolo. Li riempì di quello che credeva un ottimo piatto di pasta con l’aggiunta del filo d’olio e diede un ultimo sguardo alle istruzioni. C’era scritto ancora: Se avete ospiti, il vostro piatto sarà così buono che non vi dovrete limitarvi a dare ai vosti ospiti una sola forchettata, ma almeno tre o quattro.

Pochi minuti dopo, Ermanno rincasò con un’aria depressa.

Asdrubale: “Cosa c’è, figliolo?”

Ermanno: “Rosabella mi ha lasciato.”crying

Asdrubale: “E perchè?”

Ermanno: “Ha detto che sono troppo normale.”

Asdrubale: “Oh bambino mio, non piangere. Ti ho preparato un ottimo piatto di pasta.”

Ermanno: “Papà, non sono un bambino! Lascia perdere.”

I due entrarono in cucina ed Ermanno rimase senza parole dall’orrore che aveva davanti. Appena si fu seduto, sempre con una faccia perplessa, gli arrivarono quattro forchettate ben piazzate dal padre.

Ermanno: “AAAHHHH!!! Perchè l’hai fatto!”

Asdrubale gli piantò davanti agli occhi la ricetta e gli raccontò tutta la storia, o almeno quello che si ricordava. Ermanno si mise le mani fra i capelli e, seguito dal padre, andò a dormire a pancia vuota e con il cuore spezzato. Lui perchè aveva perso la fidanzata, l’altro perchè era rimasto male al fatto che il figlio non aveva accettato di assaggiare la sua pasta.

 

P.S.  La ricetta della pasta, oltre a non riproporla ai vostri genitori o insegnanti anche se non sono il massimo, dovete sapere che alcune parti della ricetta sono state invertite e saltate proprio per scongiurare il pericolo di omicidi di genitori, insegnanti, amici, nemici, ex,…yes