Caro Diario,
Oggi ti racconto di una giornata particolarmente divertente che ho passato questo carnevale.
Il negozio era aperto, quindi non eravamo liberi di scorrazzare per il centro commerciale e rotolare nelle lavatrici della lavanderia. Comunque a guardia della nostra prigione c’era un nuovo dipendente. Era, ed è, un ragazzo un po’ tonto, goffo e con i capelli ricci rossi. (Mi ricorda tanto il personaggio di un cartone animato.) Era il bersaglio ideale per i nostri scherzi. Te ne racconto due. (Non pretendere troppo dalla memoria di un cricetino, non sono un elefante.)
1. Il primo lo abbiamo chiamato: “Siamo sicuri che l’essere umano sia più intelligente degli animali?” Il nostro guardiano era fissato con le previsioni meteorologiche, ma dato che nel negozio non c’è un televisore, le leggeva sempre dal quotidiano (almeno era capace di leggere…). Così abbiamo “preso gentilmente” un giornale ad un cliente distratto e, sull’ultima pagina, abbiamo appiccicato un foglio con scritto: “ATTENZIONE! Ve ne servirà molta, perchè nel pomeriggio pioveranno litri e litri di spremuta seguiti da violente grandinate di semi di girasole, banane, becchime e cibo per pesci! (è così evidente che ognuno abbia dato il suo contributo?) Gli esperti consigliano di correre in giro in mutande con un colapasta sulla testa per riuscire a sopravvivere a questo cataclisma! Grazie per la cortese attenzione”. Impossibile o no, il nostro ricciolino ci credette ed eseguì alla lettera i consigli degli “esperti”. Finchè lui sfiorò il licenziamento, ci sbellicammo dalle risate.
2. Invece il secondo prese il nome di: “Va be’ che l’amore è cieco, ma così si esagera…” Però diciamo che il finale dello scherzo, non è stato del tutto merito nostro… Tranquillo, poi capirai. Appena terminata la ramanzina per la sua follia, il capo condusse Riccioli di Carota nello stanzino accanto per discutere sul suo lavoro e una serie di faccende come: io ti pago,…. bla bla bla,… pretendo rispetto,… bla bla bla,… e via dicendo. Tutto andava secondo i piani e, come previsto, era arrivato il momento di attuare lo scherzo n°2. Uno dei pesci vicino alla porta d’ingresso saltò fino a suonare la campanella che segnalava l’arrivo di un cliente. Era il momento di Ara che finse una voce femminile per attrarre Riccioli di Carota a servire la presunta bellissima compratrice. Un istante dopo entrò un vero cliente e allora fingemmo di essere degli angioletti. Il guardiano uscì dall’ufficio del capo ed entusiasta urlò: “Sì cara. Come posso aiutarti?” Al posto della fanciulla immaginaria, si ritrovò davanti un omone baffuto che con voce minacciosa gli chiese: “Cosa hai detto, Carotina?” In risposta riuscì solo a balbettare qualcosa di simile a un “No. Niente. Come non detto.” L’omone si girò e uscì sbattendo la porta. Il nostro amico invece tirò un sospiro di sollievo e si asciugò il sudure dalla fronte.
Per piacere, non pensare che questa sia cattiveria. E’ solo la nostra vendetta. Sai, Riccioli di Carota si dimentica spessissimo di riempirci la ciotola, o di cambiare l’acqua ai pesci, o ancora di pulire le gabbie. Era la nostra occasione, sarebbe stata cattiveria qualsiasi altro giorno dell’anno, ma era carnevale, il giorno in cui ogni scherzo vale. Ricorda però: questa regola vale solo per il carnevale.
Saluti dalla tua Scricciola.