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Informazioni su Volpina

Ciao!!! mi chiamo Volpina, sono una lupetta femmina,amo mangiare le bistecche, e adoro giocare con tutti.

EROI

TITOLO: Eroi

AUTORE: Robert Cormier 

CASA EDITRICE: Mondadori

TRADUZIONE: Maurizio Bartocci

GENERE: Romanzo(lettura per giovani)

ANNO: Marzo 2004

LUOGO: Milano

TRAMA:

Francis Joseph Cassavant ha diociott’anni ed è appena tornato dalla Seconda Guerra Mondiale. Lui vorrebbe uccidere l’eroe tanto amato dalla sua infanzia, uomo apprezzato dalla Silver Star che gli rovinò totalmente la vita.

RECENSIONE:

Questo guerriero è appena tornato a Frenchtown,quartiere di Monument nel Massachusetts. Quando la guerra finì andò subito da un medico e si fece visitare. Aveva il volto tutto distrutto, però l’udito e la vista ce gli aveva ancora. Le narici erano più piccole adesso quindi,doveva respirare dalla bocca,non aveva nè i denti nè le sopracciglia. Portava sempre una sciarpa bianca che gli copre la parte bassa del volto e un berretto rosso con una visiera che, inclinò avanti nella parte alta del viso. Quando esce di casa la gente lo guarda malissimo oppure attraversano la strada appena lo vedono arrivare. Anzichè non avere un viso aveva un mucchio di soldi che accumulò nel periodo trascorso nei campi di battaglia in Francia e negli ospedali militari. Francis abitava nella quarta strada nella mansarda a tre piani della S.Belander. Bussò alla porta e la Signora gli aprì però,non lo riconobbe affatto quindi, lei gli chiese: <<”Reduce di guerra”?>>….lui rispose di sì con la testa e la Signora aggiunse:<<”Povero ragazzo!??>>. L’appartamento era piccolino però aveva;due stanze,il bagno e la cucina.Lei era sempre generosa con lui quando sbrigava le sue commissioni,e con le mance si pagava il biglietto per andare al cinema ogni sabato pomeriggio.

Dopo un pò di tempo la Signora riconobbè il suo nome così, decise di invitarlo a casa sua,preparandogli una zuppa calda. La sera si fermò davanti allo specchio del bagno,guardando i suoi capelli scompigliati,il suo naso e la sua bocca deformata. Muovendo la dentiera si ricorda delle parole che gli disse il dottor Adams ”avrai un dentista migliore quando le gingive avranno smesso di ritirarsi”. Gli lasciò pure il suo indirizzo quando avrà preso una decisione. Enrico diceva sempre che”faresti meglio a praticare la chirurgia estetica su te stesso”. Cercava sempre un motivo per farlo ridere anche nei momenti di sofferenza. Un pomeriggio gli disse di dimenticare la sua amica Nicole Renard che incontrò in seconda media durante l’ora di aritmetica. Perciò Enrico posò il mazzo di carte e gli disse ”lascia l’esercito e fatti ricoverare in un istituto per ciechi”. Proprio lì vide Nicole,ragazza minuta e gracile con capelli neri. Il suo viso gli ricordò la statua di santa Teresa. Più tardi le famiglie si riunirono sulle terrazze bevendo birra invece,Francis e Marie seduti sui gradini delle scala,parlano del baseball.Il fratello maggiore di Marie si chiamava Vincent ed era il più bravo dei Frenchtown Tigers.Tre giorni dopo Marie e Nicole erano sulla terrazza a parlare.Ad un certo punto lei doveva andare e lui si affacciò subito sulla terrazza per vederla. Nicole lo vide e disse:<<”non cadere Francis”>>,in quel momento sentì un vergogna in sè che non riuscì a mandar via.

Smisero di parlare di Nicole perchè lei andava e veniva di corsa ed lui era talmente timido che non riuscì mai a fermarla. Verso sera Francis,Joey LeBlac e gli altri ragazzi davanti al negozio di Laurier,in lontananza videro Nicole e la salutarono. Le visite di questa ragazza al Rudere lo rendevano molto felice per questo. Quel posto diventò suo in seconda e in terza media perchè,essendo troppo timido, non entrò mai in una banda però,si sentiva a suo agio anche da solo. Ora mentre cammina per le strade la gente lo saluta con un cenno o con un sorriso visto che l’uniforme che portava, rivela i momenti che lui aveva trascorso in guerra.Nei Club St Jude i reduci lo accolgono al bar o a degli spettacoli con una pacca sulla schiena e tanti saluti.Tutti partecipano al brindisi mentre Francis vede il vecchio Strangolatore versarsi un bicchiere di vio rosso. Non lo aveva mai visto bere alla Silver Star. Si dirige verso di lui e gli chide:<<” Hai ancora quell’album”>>. Posa il bicchiere,tira fuori il librone e lo inizia a sfogliare. Successivamente arriva a delle pagine con titoli,articoli e fotografie di Larry LaSalle.Lo strangolatore dalla voce lo riconobbe…Tu meriti di essere riconosciuto….Tu sei un eroe! sussurra..Posa l’album e con uno straccio umido pulisce il banco. Dopo un pò di tempo la festa si interrompe e tutti andarono via.Il negozio di Lauier era diventato il luogo d’incontro degli abitanti di Frenchtown,dove venivano a comprare il” Monument Times” oppure il ”Wickburg Telegram”discuttendo dei sviluppi sulla guerra.

La quinta pagina di ”Times” era dedicata con articoli e foto alle forze combattenti e alle medaglie guadagnate sui campi di battaglia.Il sabato pomeriggio,al Plymouth,nel cinegiornale apparve Larry. Aveva la barba molto lunga,la faccia sconvolta e gli occhi rafforzati.Quella settimana Francis si recò in chiesa dopo cena,nel confessionale(contrari religiosi)di padre Balthazar e aspettò il custode,il S.Boudreau.Slì dei gradini che portavano verso le scale del campanile. Più saliva più le scale diventarono sempre più strette,il caldo aumentava sempre di più e il cuore gli batteva fortissimo.Nel frattempo arrivò in cima e un colpo di vento gli asciugò il sudore che aveva in faccia. Il pomeriggio del giorno seguente falsificò la data di nascita e l’età,prese l’autobus per Fort Delta e divenne un soldato dell’Esercito degli Stati Uniti.Ho sempre creduto che avrei rincontrato Larry LaSalle sulla Terza Strada,lo avrei seguito per le strade,le coste oppure anche annotato il suo indirizzo e sarei tornato con una pistola in tasca.Questa pistola per lui era molto importante,aveva paura di camminare per le strade con lei in tasca.Ad un tratto si fermò in strada e vide la casa di Larry al secondo piano.Si dirige verso la porta e suona il campanello.Larry gridano:<<”Entra pure è aperto”>>.

Francis entra e delle persone lo accolgono con una zuppa di piselli mentre,Larry lo guardava seduto su una sedia a dondolo vicino alla stufa. Lui esclama:<<”Ah Francis!,accomodati pure”.<<“Puoi mostrare la faccia con me,non avere paura”>>.Quella faccia però,ne resta,è l’emblema della Silver Star.”Tu Francis meriti di vincere,eri un eroe prima di partire in guerra”. Francis dice:<<”In guerra ho ucciso ragazzi come me..io merito di morire e voglio ancora morire”>>..”Quando mi sono buttato su quella granata non volevo salvare quei soldati ma,ucciderli”. Si era fatto tardi quindi se ne tornò a casa.Si nasconde il volto sotto la sciarpa,il freddo del vento lo rabbrividiva.Il giorno dopo giunto al pianterenno,sente un colpo di pistola che rimbomba nell’aria. La porta si apre ed esce una suora che lo guarda malissimo.Questa suora lo guarda per un po di tempo per poi facendolo entrare.Entrando nello stanzino la suora, tocca i gradini del rosario nero che le penzola affianco.Si toglie il berretto e dice:<<”Sono Francis Cassavant”>>. ”Francis,Ma certo!..D’ov’è Nicole Renard?..La sua famiglia ha lasciato la città mentre ero via.”Voi due eravate amici?” ”Sì” rispode Francis.La suora prende il rosario e dice:<<”I suoi sono tornati ad Albany,non credo che il lavoro qui alla Casa del Pettine piaceva al S.Renard”.

”Nicole non sembrava molto felice di partire quando è venuta a salutarci per l’ultima volta”.Ogni giorno che passava pensava a lei però,doveva smetterla ed andare a vanti.Un pomerigggio,seduto su una panchina nella stazione dei treni,osserva le persone che andavano avanti e in dientro.Attraversa l’atrio un sergente maggiore con un’uniforme nuovissima e sul petto aveva un botto di nastrini colorati.Un giovane con la barba lunghissima,aveva una vecchia giacca militare,sporca e macchiata e si mi se a guardarlo.Un’altro sergente con gli occhi semichiusi va addosso contro un muro e sorride ma,questo sorriso si trasforma in una grande smorfia.Pensava ad Arthur Rivier,ai ragazzini che non sono scappati ma hanno affrontato una guerra e che nessuno aveva mai parlato di eroi della Silver Star.Aveva tanti pensieri per la testa che mentre atraversava l’atrio per prendere il treno con sè,aveva ancora la pistola nella tasca.

GIUDIZIO:

Questo libro mi è piaciuto un sacco,anche se avrei preferito un finale migliore dove,avrebbe veramente ucciso quel suo tanto amato eroe.Lo consiglio a chiunque voglia scoprire la vita di questo povero ragazzo e i momenti in cui si è divertito moltissimo affianco ai suoi amici.

Volpina