TITOLO: il confine del paese
AUTORE: Anna Vivarelli
CASA EDITRICE: Signum
GENERE: romanzo di avventura
LUOGO: Torino
TRAMA
È la storia di un ragazzino di montagna alla ricerca di avventure straordinarie.
Non le trova, ma a poco a poco diventa straordinaria proprio la sua vita di tutti i giorni.
L’autrice affronta mirabilmente le problematiche della preadolescenza, quando i ragazzini iniziano a maturare, stanno diventando grandi… e vogliono diventarlo con tutto il cuore!
RECENSIONE
Il paese aveva un nome strano ”Vidiciatico”. Su quelle montagne,vivevano dei briganti armati di fucili che si nascondevano in mezzo i castagni e aspettavano i viandanti e i pellegrini che andavano verso Roma.
Si diceva anche che il più terribile e malvagio di loro fosse un tale Ciatico, che nessuno aveva mai visto in faccia.
A Vidiciatico viveva un ragazzino più tosto in gamba con un caratterino ma,lo stato dei suoi quaderni non era molto gradevole.
Veniva chiamato”Orfano” per colpa della storia del padre.
La scuola media non era in città quindi,ogni mattina si recava in piazza per prendere la corriera.
Il venerdì dopo scuola andarono a giocare a pallone. Ogni venerdì c’è una rissa o lotta tra le squadre di Vidiciativo e i Lizenesi.
Tornò a casa con l’occhio gonfio è viola.
Aiutava spesso sua madre quando gli faceva un favore.
Un giorno decise di andare in piazza e vide la corriera delle due,la macchina dei vigili,un mucchio di persone è un camion pieno di mobili.
Così andò a farsi una bella passeggiata.
Si fece buio quindi,torno di corsa a casa. Nel cammino incontrò la ”Ritina”. Era enorma,aveva la faccia larga è i vestiti strapati.
La chiamarono così perchè prima di lei ci fù la ”Ritona”.
Nel fine settimana Gisberto è la Ritina decisero di andare alla Madonna D’acero.
All’arrivo presero una cioccolata calda visto che faceva tanto freddo e si misero al lavoro.
All’iniziò spostarono scatoloni,casse,bici arruginite e dei libri.
Gisberto tirò fuori il vecchio libro del prete morto così, decise di consegnarlo a Don Germano.
L’indomani si recò alla Madonna D’acero. Aspettando che le messe finissero, ad un certo punto anche la Ritina arrivò.
Entrarono per cercarlo ma, non lo videro, Gisberto era sicuro che l’avrebbero trovato alla vecchia canonica.
Arrivati la Ritina disse a Don Germano:” lasci fare a lui”.
Giaberto iniziò a guardare bene i muri di pietra però,si rese conto che invece della pietra c’erano mattoni.
Con l’aiuto della Ritina e Don Germano tolsero i mattoni.
Gli tolsero e trovarono un involto pesante che puzzava di muffa. Lo tirarono fuori è all’interno c’erano targhette con dei nomi e preghiere ed una cornice dorata.
Questa storia finì pure sui giornali e Gisberto fù intervistato nella corriera nel mentre andava a scuola.
Lui aveva una rabbia in sè che non riusciva a mandar fuori.
Sabato tornarono ala Madonna D’acero per continuare a lavorare.
Per la prima mezz’ora Gisberto spostò scatoloni e bauli poi,cominciò ad aprire è chiudere scatoloni e pacchi.
Strappò dei fogli da un libro e gli avvolse in una coperta millitare. Trovò pure delle foto di quattro bambini/neonati magri,e lividi.
La prima cosa che fece era quella di mettere in mezzo al suo quaderno una foto di un bambino con un fucile.
I giorni passavano è alla Ritina non aveva detto ancora nulla.
Quella sera aveva iniziato a leggere una pagine che parlava di pericolo e di cose abbastanza inquetanti.
Aveva pure fallito al tema dove nemmeno il voto c’era. Avrebbe potuto raccontare la storia del prete morto o della guerra.
La Ritina diede una boraccia a Gisberto.
Mentre si stava preparando lo zaino rilesse quella stessa riga che diceva: ”L’han detto che vicino a dove andremo ci sono le cascate,ed io di cascate non ne avevo mai viste. Chissà se il babbo quando torna mi ci porta?
Questo fù come un collegamento per lui.
Finalmente arrivò fure la sera del ventuno. La madre aveva comprato del pane,mortadella è la spalla cotta per dei panini.
L’indomani mattina sembrava un giorno qualunque,la madre sembrava molto tranquilla.
Gisberto visto che non sapeva cosa fare partì all’alba,da solo,alla ricerca di qualche altra nuova storia.
A presto! Volpina