IL DIARIO DI DAWID RUBINOWICZ

Oggi vi racconterò il libro che ho letto, “Il diario di Dawid Rubinowicz”

TITOLO: Il diario di Dawid Rubinowicz

AUTORE: Dawid Rubinowicz

CASA EDITRICE: Einaudi Tascabili

GENERE: Guerra

TRADUZIONE: Franco Lucentini e Ibio Paolucci

TRAMA: 

Intorno al 1940 un ragazzo di nome Dawid Rubinowicz che abitava in Polonia a Bieliny, ebreo come tutta la sua famiglia, un giorno vide un manifesto che riportava il messaggio riguardante gli ebrei che non potevano più utilizzare i mezzi di trasporto come i carri o i treni. Dawid ogni giorno andava con sua sorella in paese a comprare cibo o nel bosco a raccogliere legna; all’improvviso un giorno due tedeschi entrarono nella casa di Dawid e della sua famiglia per cercare oggetti militari ma non trovarono niente e se ne andarono. Dawid da quando era iniziata la guerra, era obbligato a studiare a casa da solo e ai suoi genitori venne tolta la latteria rimanendo disoccupati per il fatto d’essere ebrei. Passato un anno arrivò a casa loro lo zio che era stato obbligato ad andarsene da casa sua a Kielce e la polizia veniva spesso da noi per controllare se c’era qualcosa da portare via. Il 15 settembre era un giorno di festa e Dawid assieme alla sua famiglia,  andarono in chiesa a pregare; arrivati lì trovarono delle guardie tedesche che volevano catturarli ma Dawid e la famiglia scapparono e le guardie si arrabbiarono molto e se ne andarono. Ogni volta che qualcuno usciva dal paese veniva fucilato immediatamente; gli ebrei non avevano quasi niente neanche da vestire  perchè i tedeschi gli portarono via anche tutte le pellicce durante le perquisioni nelle  abitazioni.  L’anno dopo fu un’anno molto freddo da genneaio a marzo e i soldati  sfruttarono gli ebrei impauriti per spalare la neve dalle strade anche 3 km di distanza da dove si trovavano. Dawid la prima volta decise di non andare e si nascose all’interno di varie abitazioni anche se doveva stare molto attento a non farsi vedere quando usciva. Però di giorno Dawid non ebbe scampo:le guardie tedesche andarono a prendere lui e la famiglia e li trascinarono all’aperto per lavorare. Il padre di Dawid però decise di andare a chiedere al sindaco, essendo molto amici, di risparmiare loro e anche agli ebrei nel spalare la neve in quelle condizioni e il sindaco acconsentì. La mattina del 12 febbraio una guardia appese dei manifesti con  immagini di ebrei che tritavano la carne e ci infilavano dentro un ratto oppure di ebrei che impastavano la farina con i piedi e come lievito usavano i pidocchi; Dawid vedendo molte persone che ridevano di tutto questo rimase molto deluso perchè capì che gli ebrei stavano subendo delle ingiustizie e venivano umiliati. Infatti poco dopo arrivò anche il messaggio del trasferimento di tutti gli ebrei in un quartiere solo ebreo, quindi Dawid e la sua famiglia prepararono tutte le loro cose per portarle  nel nuovo quartire. Venderono la stalla per guadagnare qualche soldo per la nuova abitazione a Bodzentyn, caricarono tutto nel carro e arrivarono nella nuova casa. Ma furono subito assaliti da dei ladri che entrarono nella stalla e portarono via diverse cose. La mattina seguente trovarono il colpevole  e si fecero restituire tutto indietro. La famiglia di Dawid pregò che nessuno informasse la polizia per non creare problemi. I giorni successivi furono giorni difficili per il quartiere di Dawid perchè i soldati presero  gli ebrei e li portarono  nei campi a lavorare; il padre di Dawid un giorno venne riportato indietro con una mano ferita e raccontò della sua permanenza al campo. Il diario finisce con la notizia di due ragazze fucilate nel bosco. 

GIUDIZIO:

Questo libro mi è piaciuto molto perchè mi ha fatto riscoprire l’epoca tra il 1940 e il 1942 dopo la fine della seconda guerra mondiale; lo consiglio ai miei compagni per chi vuole documentarsi sulle  orribili esperienze che hanno vissuto gli ebrei. Spero vi sia piaciuto, a presto. 

                                                                                                                                                                                                                                                                                                 Pandina 

 

 

 

 

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