“La valigia di Hana”

AUTORE: Karen Levine

TITOLO: La valigia di Hana

CASA EDITRICE: Rizzoli

LUOGO: Toronto, Canada ANNO: 2002

GENERE: storico, drammatico

TRAMA de: “LA VALIGIA DI HANA”

E’ marzo, nell’anno 2000, e all’olocausto di Tokio arriva una valigia con su scritto “Hana Brady ;16 Maggio 1931; Waiwsenkind (parola che in tedesco significa orafana). La proprietaria del museo Fumiko Ishioka e i suoi allievi, si incuriosiscono e desiderano saperne di più su questa bambina e la sua valigia ritrovata. Così Fumiko incomincia ad informarsi, a mandare lettere in Europa per chiedere notizie. Dopo svariati tentativi, alcuni di essi anche inutili, Fumiko scopre che Hana era una bambina di dieci anni, che aveva una vita felice a Nove Mesto, un paesino della Cecoslovacchia, insieme ai genitori e al fratello George di quattro anni più grande di lei. Amava ridere, pattinare, giocare, sciare, e sognava di diventare una brava insegnante. Era una bambina come tutte le altre. La sua unica “colpa”, se così si può definire così, era di essere ebrea. I suoi genitori vennero deportati nei campi di concentramento di Auschwitz, e lei e suo fratello rimasti soli, si trasferiscono dagli zii, fino a quando anch’essi furono presi e portati a Theresienstadt, una città prigione dove venivano tenuti e sorvegliati gli ebrei. Da una parte i bambini e gli uomini e dall’altra le bambine e le donne. Poco tempo dopo arrivò la lettera anche per Hana e George, il fratello. Hana rimase a Theresienstadt per due anni, mentre suo fratello fu trasferito ad Est. Dopo qualche settimana anche Hana con tante altre ragazze fu trasferita e, il 23 ottobre del 1944, arrivò ad Auschwitz e fu portata immediatamente, insieme alle altre ragazze, in una stanza dove morì con il gas letale. Fumiko viene a sapere però che il fratello George si è salvato grazie al suo mestiere da idraulico e vive in Canada. Decide di scrivergli raccontandogli tutto e lui risponde inviando varie foto di Hana. L’uomo, ormai abbastanza anziano, si precipita a Tokio, ospite di Fumiko. Insieme a lei si commuove rivedendo gli oggetti appartenuti alla sorella e racconta, agli allievi della donna, piccoli aneddoti sulla bambina, i più importanti e divertenti, che fanno capire che tra loro e la sua Hana non c’era nessuna differenza.
VALUTAZIONE: mi è piaciuto molto questo libro perché tratta argomenti interessanti e realistici. La scrittrice, Keren Levine, col suo modo di narrare le vicende, ti fa immedesimare nei personaggi, gioendo e soffrendo con loro. Consiglio a tutti di leggere questo libro perchè tratta argomenti davvero importanti utilizzando un linguaggio semplice ma efficace.

7 pensieri su ““La valigia di Hana”

      1. Laura M. Autore articolo

        Cara autrice K. Levine,
        volevo innanzitutto ringraziarla per avermi aperto gli occhi sulla crudeltà e la spietatezza che un uomo, come Hitler, può raggiungere. Il suo semplice ma efficace modo di raccontare questa tragica storia mi ha trasportato in questo mondo di malinconia e tenerezza, data dalla breve ma intensa vita della ragazza ebrea Hana Brady. Questo libro mi ha talmente coinvolta leggendolo che raramente mi sono distratta grazie anche alle numerose fotografie inserite durante il racconto, che mostrano, in particolare, il soggetto, la sua famiglia e la sua vita. E’ uno fra i libri più belli che abbia mai letto, lo consiglierei a chiunque e la ringrazio molto per questo suo capolavoro.
        La sua ammirata lettrice L.Moschetta

Lascia un commento